Texas Hold’em Poker: non è gioco d’azzardo se l’abilità prevale sul lucro.

di | 9 settembre 2013

Con la sentenza n. 32835 del 29.07.2013 la Sez. III della Corte di Cassazione si è pronunciata su di un argomento di scottante attualità, riconoscendo che la variante Texas Hold’em del Poker (anche online) “non è gioco d’azzardo, penalmente rilevante, ma gioco di abilità – quello le cui caratteristiche e le concrete modalità di svolgimento rendono sostanzialmente irrilevante il vantaggio, ancorché economicamente apprezzabile, conseguente ad una eventuale vincita – … Può conseguentemente affermarsi il principio secondo il quale l’organizzazione di tornei di poker nella variante del «Texas Hold’ Em» con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota d’iscrizione, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, per ciascun giocatore, senza possibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni con preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo quando, considerate le concrete modalità, di svolgimento del gioco, risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico … In particolare, la previsione di quote predeterminate di partecipazione per ciascun giocatore di importo minimo o, comunque, contenuto, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, l’impossibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni, la preventiva individuazione del premio finale, quasi sempre in natura (e della perdita massima per ciascun giocatore, corrispondente alla quota di iscrizione), l’impossibilità di svolgere più tornei o partite nel medesimo contesto temporale rendono preminenti, rispetto all’aleatorietà, altri aspetti del gioco, quali l’abilità del partecipante, la sua esperienza, l’attitudine alla concentrazione, il ricorso a specifiche strategie, la capacità di valutazione dell’avversario, la resistenza fisica etc. ed, inoltre, anche le finalità del gioco si rivelano diverse dal mero lucro, perdendo rilievo il valore della posta rispetto all’impegno richiesto, così come assume preponderanza l’aspetto prettamente ludica del gioco.“.

Per il testo integrale della sentenza e per un ottimo commento a firma di Giuseppina Mattiello si veda Altalex.

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